In realtà c’è poco da ridere. Covidclown ma che è? Sì è, punto e basta! Semplicemente è.

La clown che scrive vive in Veneto e precisamente nella provincia di Vicenza. La prima regione nazionale ad essere stata assoggetata al lockdown come lo chiamano gli statunitensi. Preferisco molto di più l’elegante britannico “self-isolation” (auto isolamento) perché mi concede l’impressione di poter scegliere, che sono io a determinare, una volta ancora, una scelta per la mia libertà.

Dal 22 febbraio quando chiusero le scuole in questa regione ad oggi che è il 29 aprile, sono trascorsi oltre due mesi. Tra decreti e discorsi alla nazione fatti dal governo centrale e conferenze stampa da parte del governatore nostrano direi che di parole ne sono passate tante, come un fiume in piena che travolge gli argini. Si sono dimenticati una cosa importante, non hanno mai parlato di supporto psicologico. Nessuno di quelli che firmano tante carte ha mai parlato della condizione emotiva delle genti che vivono questo paese. Non che vivono in questo paese bensì che lo vivono in generale, anche gli stranieri o i nostrani migrati che da lontano ci stanno seguendo da oltre due mesi.

Non è così strano che un clown parli o scriva di supporto emotivo perché la sua funzione è proprio quella, di supportare emotivamente le persone e sé stesso o sé stessa. Due mesi fa sembrava cosa facile, il pericolo di divenire vittima non tanto di un virus quanto degli aspetti psicologici che questo virus portava con sé non era contemplato. Si parlava d’influenza … poi di pandemia e di migliaia di morti, ovunque nel mondo … o quasi ovunque … perché se saremo fortunati, ai fratelli ed alle sorelle dell’Africa questo profondo turbamento dell’anima dato dall’isolamento, dalle mascherine, dal distanziamento sociale e dalla paura verrà risparmiato.

Una CovidClown come trascorre il tempo in isolamente e senza supporto psicologico alcuno? Inizia da piccole gesta del tipo scrivere poesie d’amore sull’asfalto del comune ove ella risiede. Vi dedica qualche giorno. Inizialmente con i gessi, poi, una volta consumati e rendendosi conto che le poesie scritte con il gesso scompaiono dopo una mezza giornata (allora c’era ancora del traffico, oggi no) acquista delle bombolette spray e scrive di cuore “love wins”.

Una domenica incontra i bambini che le abitano al lato opposto della strada. Il loro babbo le chiede “Thea, le poesie le hai scritte tu?” “Sì, certo, sono stata io”. Lui va in garage ed esce con uno scatolone pieno di bombolette spray nuovissime e di tutti i colori. “Ecco, sono per te. Te le regalo, grazie per quello che stai facendo”. Uno dei bambini vorrebbe scrivere “andrà tutto bene” sulla strada, sull’asfalto dinanzi al cancelletto di casa così ogni volta che aprirà il cancello potrà leggere quella scritta. Thea ed il bambino si guardano e sorridono. Lui trema tutto dall’agitazione, ci tiene davvero tanto a scrivere quelle parole di conforto e così, in due, mascherine FFP3 sul viso (il babbo di Giosuè le ha fornite ad entrambi) Thea e Giosuè s’inchinano fianco a fianco e dipingono un grandissimo arcobaleno che attraversa l’intero viottolo illuminato dal sole. Un grande arcobaleno e la scritta “andrà tutto bene” che il bambino scrive tutto da solo, braccia e mani tremolanti spinte dall’importanza che egli attribuisce a questi tre vocaboli.

L’influenza è diventata una pandemia e non è più possibile chinarsi sull’asfalto per scrivere poesie. Oltre al pericolo che insistentemente i media di ogni genere promuovono … sì lo promuovono perché non ti è più data possibilità alcuna di pensare da altro … e persino le pubblicità sono cambiate … anche quelle s’aggirano intorno ad altre tre parole che si contrappongono al “andrà tutto bene” dei bambini. Quelle degli adulti sono diventate “restiamo a casa” e continuano a dircelo … di restare casa … ma nessuno pensa agli effetti che questo restare a casa avrà su di noi.

E’ trascorso molto tempo da quel 22 febbraio. La CovidClown ha dedicato del tempo a conferenze zoom con altri clown, letto filastrocche e fatto video cantando in playback, ha danzato la pizzica, ha fatto lezioni di danze africane online, si è iscritta ad un corso universitario su piattaforma edX e soprattutto gratuito, ha dipinto mobili, costruito catturasogni, organizzato laboratori skype di manualità per bambini costruendo conigli di cartone e teiere magiche, lavato vetri, sistemato l’erbario, fatto la clown il giorno di Pasqua per allietare grandi e piccini nel quartiere dove vive, ognuno ed ognuna rigorosamente dal proprio giardino oppure dal proprio balconcino in modo da rispettare le distanze salvifiche. Con altri clown ha consegnato doni a medici ed infermieri di un’ospedale ed al personale di una casa di riposo ed ora che la vita sembra stia piano piano per tornare ad una normalità che non potrà più essere quella di prima … la CovidClown si guarda attorno. Negli occhi stanchi delle genti vede l’incredulità di aver vissuto ciò che abbiamo vissuto, quel crescendo di paura che non ci ha mai lasciati, quelle distanze mantenute per proteggere e proteggerci, quei sorrisi fatti con gli occhi da dietro alle mascherine nel tentativo di non lasciare solo nessuno, nel tentativo di non lasciare sola nessuna … ed oggi si chiede … ma del supporto psicologico gratuito per sostenere le persone emotivamente, per aiutarci nel nostro terribile stato di abbandono … nessuno ha parlato?

Le poesie resistono … quelle scritte con le bombolette spray sono ancora lì, da otto settimane. Di auto non ne passano più oramai, le strade sono deserte, ma “love wins” circondato da tante nuvole bianche e paffute come quelle di una bella giornata estiva resiste a tutto … love wins ed il grande arcobaleno di Giosuè … “andrà tutto bene” scritto da un bambino che sogna un mondo migliore.

Thea Valentina Gardellin